Brevi e personali considerazioni in ordine alle modifiche introdotte dall'art. 8 del DL del 13.8.11 n. 138.
La norma in prima battuta incide sul sistema delle relazioni sindacali e sulla contrattazione aziendale, seguendo l'oramai condivisa direttrice dei contratti di prossimità, ma ha conseguenze rilevantissime su due punti sostanziali di enorme rilievo pratico, quali la classificazione del personale e la materia dei licenziamenti.
Viene prevista una efficacia vincolante ai contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale ovvero dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda.
Il dibattito che si sta sviluppando in queste ore attiene alla incidenza che la novità legislativa ha (o potrebbe avere) sul sistema legislativo in tema di licenziamento. Ci si chiede, per essere più chiari, se la riforma possa ritenersi una sostanziale abrogazione dell'art. 18 SDL.
Sul punto i commenti sono i più disparati.
La CGIL sostiene che finanche l'ufficio studi del Senato abbia chiarito come i nuovi contratti aziendali (o di prossimità, se si preferisce), possano derogare non solo ai contratti collettivi nazionale, ma addirittura finanche alla legge e, pertanto, allo statuto. Su tale base la CGIL è giunta a minacciare uno sciopero generale.
Personalmente mi attengo ai criteri di ermeneusi a tutti noti e, pertanto, parto dalla lettera della legge. Stando a tale lettura in alcun punto rinvengo una portata derogatoria della nuova norma. In nessun punto dell'art. 8 si legge che i contratti aziendali approvati con le prescritte maggioranza possano derogare ai CCNL o, addirittura, a leggi statali.
L'equivoco, a parer mio, sorge dalla esclusione, tra le materie regolabili dai nuovi accordi, di alcuni tipi di licenziamento, quali quello discriminatorio, o meglio, delle loro conseguenze.
Sicuramente tale specificazione crea confusione, ma da qui a trarne la conclusione che un contratto aziendale possa derogare all'art. 18 SDL il passo è decisamente lungo.
D'altro canto è ben nota la posizione del ministro Sacconi circa la necessità di una rapida revisione dell'art. 18 Sdl compatibilmente con l'esito referendario.
Sono certo che il tutto verrà meglio chiarito in sede di conversione.
Concludo riportando un breve stralcio di un'intervista del prof. Ichino alla Stampa sul punto.
Domanda: Professor Ichino nella nuova manovra c’è una forte quota di provvedimenti sul lavoro. Le norme sono tante ed eterogenee, ma volendo dare un primo giudizio di sintesi come le sembra che venga affrontata la materia?
Risposta: La misura di gran lunga più rilevante, in materia di lavoro, è quella tendente a rendere derogabili mediante contratto collettivo tutte le norme che non corrispondano a uno standard fissato da una convenzione internazionale o da una direttiva europea. Mi sembra che ancora una volta, come già più volte in passato, l’intendimento principale del Governo sia quello di depotenziare o svuotare l’articolo 18 dello Statuto del 1970, senza però nominarlo. Questo modo di affrontare la questione finora non ha prodotto alcun risultato.
Domanda: Perché?
Risposta: Perché non si può affrontare la questione soltanto dal lato della disciplina dei licenziamenti, senza affrontarla contemporaneamente anche sul versante della sicurezza del lavoratore nel mercato del lavoro. La stessa Banca Centrale Europea indica questa strada, che è poi quella della migliore flexicurity europea.
Domanda: Ma noi oggi non abbiamo né le risorse né il know-how necessari
Risposta: In realtà le imprese avrebbero entrambe le cose. Occorrerebbe responsabilizzarle su questo punto, in cambio della flessibilizzazione della disciplina. E si dovrebbe partire da una riforma della materia limitata alle sole assunzioni future. C’è più di un progetto che lo prevede. Ma per questo occorrerebbe che la questione venisse affrontata in modo esplicito e organico. Non mi sembra realistica, poi, questa idea del Governo di delegare per intero una materia così complessa alla sola contrattazione aziendale.
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